PINOT, TEUNS, EVENEPOEL E LA SETTIMANA DEI FINALMENTE

Ci sono corridori che finalmente vincono, ma non con lo stesso finalmente.

Thibaut Pinot è un grande corridore: tempo presente. Un podio al Tour, tappe vinte nei tre grandi giri, un Lombardia. Uomo sensibile, legato alla natura e alle proprie radici, pareva aver subito più di altri l’impatto del Coronavirus sulla società. Un giorno sei un campione, il giorno dopo non vai più, senza sapere esattamente il perché: ti alleni come e meglio di prima, ma nei momenti delicati succede sempre qualcosa. Un infortunio, una crisi improvvisa, le gambe non girano. Dopo 3 anni di magra, al Tour of Alps Pinot va in fuga e per una volta le gambe sembrano quelle di una volta. Pare fatta, ma a 800 metri dall’arrivo arriva Lopez e lo salta via. Pinot arriva secondo e quasi in lacrime pronuncia la laconica frase: “Speravo di poter finalmente vincere dopo due anni di merda”. Ma Thibaut è un campione, non era. E il giorno dopo ci riprova e trionfa battendo in volata De la Cruz. Chapeau. Finalmente.

Dylan Teuns è il mio pupillo dal 2017. Mi ero innamorato di lui per come correva e vinceva le corse. Corridore coriaceo, usciva nelle lunghe distanze ed era quasi imbattibile negli arrivi in salita. Lo accostavano ad Alaphilippe, per dire, e in più era competitivo anche nelle corse di una settimana. Poi sparì ben prima di consacrarsi e di vincere qualcosa di veramente importante. Qualche vittoria qua e là, una bella tappa al Tour de France alla Planche de Belle Fille davanti a Ciccone e la nomea da ‘mezzo corridore’: non abbastanza per le corse a tappe, non abbastanza per le corse di un giorno. Nel 2021 pareva tornato (quasi) a livelli accettabili, facendo qualche bel piazzamento nelle classiche del nord e vincendo un’altra splendida tappa in solitaria al Tour. Nel 2022 sembra un altro: top ten in tutte le classiche del nord a parte la Roubaix, ha rischiato di giocarsi il Fiandre con Van der Poel e Pogačar (ha perso il loro treno per pochi metri), ha forato alla Freccia del Brabante nel momento decisivo. Poi è arrivata la Freccia Vallone, che è la corsa più chiusa organizzata del calendario UCI, quella in cui vince quasi sempre il più forte. Tutti aspettano Alaphilippe, Pogačar e Valverde e invece stravince proprio Teuns. Per distacco. Finalmente.

Remco Evenepoel è il corridore più chiacchierato degli ultimi anni. Bambino prodigio, il nuovo Merckx anzi no, non sa guidare la bicicletta, in volata lo batto pure io, finito dopo la caduta al Lombardia nel 2020, vincerà il Giro, non vincerà mai il Giro, antipatico, non uomo squadra e chi più ne ha più ne metta. Un uomo copertina a sovrastare un ragazzo di poco più di vent’anni. Una pressione esagerata. E poi arriva la Liegi Bastogne Liegi e pianta una scatto sulla Redoute che a momenti finisce per terra, saluta tutti e si fa 30km da solo, riprendendo gli uomini della fuga che non riescono a stargli dietro neppure a ruota in pianura. Tutti zitti a rimangiarsi quanto detto e scritto nei mesi precedenti. Finalmente.

Tre diversi finalmente: un corridore che finalmente si ricorda di essere campione, un corridore che finalmente capisce di essere un campione, un corridore che finalmente dimostra di essere un campione.

Pubblicato da papà Gianni

Cantastorie

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