Lo scorso anno, subito dopo la sua ingenua caduta alle Olimpiadi, scrissi questo articolo su VDP.
Tra le altre cose dissi che vinceva solo quando era il più forte (il che per fortuna sua capitava spesso) e che a causa di tattiche impulsive e raffazzonate riusciva a perdere anche quando era il più forte.
Ieri, alla Ronde Van Vlandereen (Giro delle Fiandre), Mathieu Van der Poel mi ha smentito: gara intelligente e accorta, ha fatto (quasi) tutto giusto.
Ma soprattutto, ha vinto pur non essendo il più forte. Ieri il più forte era Pogačar, ma correndo al risparmio e costringendolo a una volata praticamente da fermo è riuscito a batterlo.
Sbagliando si impara. Lui ha imparato a gestirsi e io a non dare giudizi troppo affrettati.
Perché ho detto che ha fatto ‘quasi’ tutto giusto?
Perché quel finale thriller in cui Van Baarle e Madouas sono rientrati per la volata credo non fosse strettamente necessario per battere Pogi. Certamente a qualcosa è servito: a farci prendere un colpo.
Si è preso un bel rischio. Va bene più accorto, ma senza un pizzico di follia non sarebbe il VDP che in tanti amiamo.