“Il giro inizia oggi” – hanno sentenziato i Direttori Sportivi questa mattina. “Ah sì? E i 2000km che abbiamo fatto finora al gelo, sullo sterrato e sotto la grandine?” – hanno giustamente obiettato i corridori.
Beh, però oggi c’è lo Zoncolan, la salita più dura d’Italia, quella dell’altro versante, comunque durissima quella che affronteranno oggi i corridori, che potrebbero trovare pioggia e temperature prossime allo zero. Tutto questo dopo 200 chilometri.
Dopo 70km di corsa si passa da casa Cimolai. Il corridore si ferma e abbraccia la sua famiglia, forse dimenticandosi che i ciclisti devono per regolamento stare nella bolla. Provvedimenti in arrivo per lui o la giuria chiuderà un occhio? La ‘fuga parenti’ è sempre stata un momento emozionante, ma in pandemia ovviamente non è consentita.
A proposito di fughe, in atto ce n’è una reale. Un gruppetto con anche Bennett e Mollema precede il gruppo di circa 7 minuti. Le telecamere indugiano su un corridore della Androni: è Ponomar, un bimbone di 18 anni non proprio asciuttissimo di cui dicono gran bene. Possibile che le squadre degli uomini di classifica controlleranno la corsa fino all’inizio dello Zoncolan, perché dopo la salita precedente, l’onesta Forcella, ci saranno 30km di valle a far passare la voglia ai big di attaccare da lontano: su un terreno così uno come Ganna può metterti nel mirino e riprenderti guardando una serie su Netflix con un cellulare sul manubrio.
Da segnalare che in testa al gruppo, oggi, c’è sempre stata l’Astana di Vlasov. Martinelli ha un piano. Per ora giornata di riposo per la Ineos di Bernal. Per ora, perchè,dopo una salita a ritmo forte e costante, sulla discesa di Forcella l’Astana crea il buco. Bilbao risponde presente, ma si perde Caruso. Bernal, attentissimo, è subito dietro al treno Astana con un suo compagno di squadra. Ancora una volta Evenepoel & Co. restano indietro. Remco è addirittura in un terzo gruppo tirato dalla Deceuninck, gli altri capitani sono nel secondo gruppo tirato dalla EF di Charthy. Ecco qual era il piano di quella vecchia volpe di Martino.
Rientreranno tutti, ma non gratis. Gli sforzi fisici e la tensione si pagano caro in un grande giro. Il figliol prodigo Almeida parla un po’ troppo e male, ma quando c’è da pedalare pedala forte; è proprio lui a riportare sotto il suo giovane capitano. E pensare che fino a due settimane fa la Deceuninck sosteneva che sarebbe stato Remco ad aiutare Joao. Giochi di rinnovi, talvolta i procuratori contano più dei corridori.
Ci si avvicina allo Zoncolan, con i fuggitivi che mantengono circa 6 minuti di vantaggio. Uno come Bennett potrebbe anche tenere, cercerà di non vanificare il lavoro che Affini (suo compagno di squadra e di fuga) ha fatto per lui fin da questa mattina.
Inizia il mostro della Carnia. Ancora una volta due corse: davanti per la tappa, dietro per la classifica generale. Il gruppo non prende la salita come al solito, forse per timore reverenziale. Jan Tratnik, uno dei pochi superstiti della Bahrein, si avvantaggia e sale del suo passo, da buon cronoman qual è. Lo raggiungerà il bravo Lorenzo Fortunato della Eolo. Nel gruppo appare il muso del trattore Moscon, preludio che qualcosa succederà.
Invece per un po’ non succede nulla. Nessuno accelera, nessuno si stacca. Poi, purtroppo, il primo a mollare è Vincenzo Nibali, quando ancora ci sono 5 Ineos in testa al gruppo. Spero rivedremo Vincenzo in palla la prossima settimana, con la sua classe cristallina potrebbe uscire alla distanza, magari sull’arrrivo dell’Alpe di Motta.

L’impressione è che stiano tutti aspettando gli ultimi 3km, i più duri. Sicuramente fanno tutti fatica, non stanno giocando a freccette, ma il gruppo è ancora insolitamente folto, segnale che il ritmo non è impossibile. -3.5 per i due uomini in testa, -5 per il gruppo.
Nel tratto più duro Fortunato resta davanti da solo, facendoci sperare nella terza vittoria italiana di fila, la più prestigiosa. Ora le pendenze sono impressionanti, intorno al 16%, e a Bernal è restato solo (si fa per dire) Martinez. Evenepoel si stacca e chiede aiuto ad Almeida. Poi parte, finalmente, il sornione Simon Yates. È una rasoiata e solo Bernal riesce a tenere le sue ruote. 20% di pendenza, e questi due sono nettamente i più forti oggi.
Lorenzo Fortunato resiste e vince alla grandissima nella nebbia!
Bernal stacca Yates con un allungo e gli dà 10 secondi sul traguardo, poi arrivano Martinez e Caruso, Buchmann e Bardet. Disperso nella nebbia Vlasov, che paga dazio e prende 1 minuto e 11 secondi da Bernal. Ancora più in ritardo il tandem della Deceuninck. La classifica si ridisegna e la maglia rosa aumenta il solco tra sè e gli avversari.
Questa la classifica generale aggiornata:
