Per chi non lo sapesse, ai grandi giri partecipano di diritto le formazioni World Tour, che potremmo definire la ‘Serie A del ciclismo’, e alcune squadre ProTeam (che come capita per le scuole elementari e medie io continuo a chiamare Professional) che possono qualificarsi in base ai risultati ottenuti durante la stagione precedente oppure essere invitate tramite wild card.
Queste squadre, se escludiamo la Alpecin Fenix che può schierare un fenomeno come Mathieu Van der Poel, rarissimamente possono contare su corridori di primissimo livello: sono generalmente composte da giovani di buone speranze, da qualche promessa non mantenuta e da vecchi lupi del ciclismo a fine carriera.
Leggendo qua e là i commenti di alcuni utenti, mi capita spesso di scontrarmi con la domanda:”Ma cosa ci vanno a fare le Professional ai Grandi Giri?“.
A parte il fatto che qualche volta vincono, come è capitato a Taco Van der Hoorn della Intermarché Wanty Gobert Matériaux nella terza tappa e a Tim Merlier della Alpecin Fenix nella seconda tappa di questo Giro d’Italia, la risposta è tutta nella foto che vedete qui sopra.
Le Professional sono le squadre che garantiscono lo spettacolo anche nelle tappe piatte come un biliardo. Al chilometro 0 della tappa di oggi, che attualmente è in corso e sarà probabilmente appannaggio dei velocisti, escono dal gruppo tre corridori di Bardiani CSF Faizanè, Eolo Kometa (la squadra di Ivan Basso e Alberto Contador) e Androni Giocattoli Sidermec, la squadra del vulcanico Gianni Savio, dove correva, tra gli altri, anche l’attuale maglia rosa Egan Bernal.
Arriveranno al traguardo? Difficile, difficilissimo. E perchè sono lì allora, spettacolo a parte? In un momento di silenzio durante la telecronaca sul player di Eurosport, ci risponde il cameraman della moto, che entra nell’audio ambientale senza saperlo mentre parla con il suo pilota: “Stai sulle grafiche Bardiani, piano. Ora vai su Eolo…”. Queste fughe sono una robusta pubblicità e garantiscono la sopravvivenza delle squadre, che senza uno o più sponsor dovrebbero chiudere baracca e burattini.
E perchè in questa fuga, come in altre situazioni analoghe, spesso non si trovano i corridori più forti, quelli delle formazioni World Tour?
Semplice, perchè in una tappa come quella di oggi non possono andare in fuga. I gregari degli uomini di classifica devono scortare i capitani, tenerli davanti, evitare i ventagli. I gregari dei velocisti devono controllare la fuga, raggiungerla al momento giusto (ovvero verso la fine della tappa) e pilotare i propri sprinter negli ultimi chilometri di corsa.
Diverso è il discorso nelle tappe mosse, o quelle in cui ci sono delle montagne da affrontare vicino al traguardo. Queste tappe sono per definizione le più adatte alle fughe, perchè i direttori sportivi sanno che difficilmente i velocisti riusciranno a tenere le ruote del gruppo sulle asperità, quindi anche gli uomini World Tour che non concorrono per la classifica generale avranno via libera.
Immaginate una tappa come quella di oggi senza le squadre Professional. Tre, quattro ore di diretta sul gruppo compatto, in attesa degli ultimi cinque minuti. Robe da far addormentare persino me.