POGAČAR È IL NUMERO 1: IL LOMBARDIA AL CONTRARIO NON MI È PIACIUTO

Tour de France, Liegi Bastogne Liegi e Lombardia nello stesso anno. Come Merckx. Più UAE Tour, Tirreno Adriatico, bronzo olimpico e altre vittorie minori. Competitivo e protagonista in ogni singola gara in cui ha partecipato da febbraio a settembre.

Il ciclismo contemporaneo ci ha regalato una fresca ventata di campioni del calibro di Roglič, Alaphilippe, Van Aert, Van der Poel, Ganna, Evenepoel e Bernal, ma il buon Pogi, 23 anni, si è consacrato definitivamente come numero uno del ciclismo mondiale.

Sabato ha sbaragliato una concorrenza molto agguerrita nell’ultima monumento della stagione, il Giro di Lombardia aka Il Lombardia. Giro di Lombardia che, a parer mio, rischia di perdere identità. Lo ammetto, sono comasco e quindi di parte, ma con tutto il rispetto per il finale nel bergamasco, che conosco bene e che ho percorso anche in bicicletta, il finale con Muro di Sormano, Civiglio e Valfresca con arrivo sul lungolago è un’altra cosa: più duro e più affascinante.

Comunque, durante la gara, il mio pensiero è andato al vulcanico Patrick Lefevere, General Manager della Deceuninck-Quick Step, grande uomo di ciclismo senza peli sulla lingua, che non manca mai di criticare apertamente le tattiche dei suoi rivali.

Patrick, ma cosa avete combinato?

Nessuno poteva seguire Pogačar durante il suo attacco sul Passo di Ganda, questo è pacifico. Ma sotto l’impulso di Masnada il gruppo con Alaphilippe sarebbe sicuramente rientrato in discesa. Invece la Deceuninck ha deciso di mandare in avanscoperta il bravissimo Fausto, anestetizzando di fatto il secondo gruppetto, dove c’erano troppi galli nel pollaio, alcuni con le zampe non dei giorni migliori.

Nell’istante in cui Fausto Masnada è scattato, ho capito che Alaphilippe, che mi sembrava il più brillante del gruppetto, aveva buttato via la corsa. Ne ho avuto la conferma quando è rientrato su Taddeo, ma il gruppo dietro continuava a perdere terreno. Nella volata scontata, Pogačar lo ha battuto nonostante sia rimasto davanti per gli ultimi 15km. Non poteva esserci storia, anche se un secondo posto per un bergamasco a Bergamo è sempre motivo di grande orgoglio personale; ma per una squadra che ha vinto il 22% delle classiche monumento negli anni 2000 non può essere considerata che una sconfitta, considerando le gambe dell’omino che veste la maglia arcobaleno.

Finisce così la stagione ciclistica su strada 2021, con la consacrazione del suo nuovo numero uno. Un giovane sloveno con la faccia da bambino che corre con un ciuffetto sbarazzino che gli esce dal casco.

Pubblicato da papà Gianni

Cantastorie

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