Nell’estate di grazia dello sport italiano, l’oro di Filippo Ganna al mondiale a cronometro sembra probabilmente il più scontato. Ma mica tanto.
Parto da una strana dichiarazione rilasciata dal commissario tecnico della nazionale Davide Cassani un paio di giorni fa: “Abbiamo deciso di sacrificare l’europeo per puntare al mondiale”. Praticamente sostiene che era tutto studiato a tavolino: quei tre secondi in quarantaepassa chilometri che hanno fatto vincere l’oro a Pippo a dispetto del fenomenale eterno secondo Wout Van Aert non fanno parte del bello del ciclismo tra campionissimi, ma dipendono dalla decisione di alcune teste geniali di utilizzare la rassegna europea per preparare il mondiale.
Ok il ciclismo scientifico, ma qui siamo alla fantascienza. Innanzitutto, cosa significa ‘sacrificare’? Ganna all’europeo ha vinto un oro con la staffetta mista a cronometro e un argento nella prova elite individuale. Ha poi partecipato alla prova in linea, che è stata vinta da Sonny Colbrelli. Che gran sacrificio!
La situazione di Davide Cassani è sicuramente strana: ha vinto tanto con la nazionale, eppure sa che non sarà riconfermato. Forse, punto nell’orgoglio da questa decisione e da giochi politici che non conosco e non mi interessano, ha perso il suo proverbiale aplomb e si sta togliendo qualche sassolino dalle scarpe.
La mia personalissima opinione è che il ruolo del commissario tecnico della nazionale di ciclismo sia sopravvalutato dai media e dall’opinione pubblica. Può essere sicuramente utile avere un buon direttore sportivo in ammiraglia durante una prova in linea, ma sono le squadre che ti consegnano i corridori in forma oppure no a seconda della programmazione stagionale. E poi, molto più banalmente, dipende da che corridori hai a disposizione.
Diciamo che se la Ineos ti consegna uno come Filippo Ganna in picco di forma per la prova a cronometro, l’unica cosa che devi fare è assicurarti che senta la sveglia la mattina della gara. Diciamo anche che se la Bahrain prende il trentunenne quasi-velocista Sonny Colbrelli e lo trasforma in un corridore da classiche in grado di tenere il passo di Nibali ed Evenepoel in salita, i meriti di un ct della nazionale si riducono.
Alle squadre fa comodo, per la pubblicità e per la possibilità di indossare una maglia come quella iridata per tutta la stagione successiva, portare un proprio corridore in forma a una rassegna come il mondiale. Lampante è l’esempio della Ineos, che avrebbe potuto ‘vincere’ il mondiale a cronometro con Ganna o con Rohan Dennis (bronzo alle Olimpiadi), ma quest’ultimo il prossimo anno vestirà la maglia del Team Jumbo, e infatti è arrivato talmente fuori forma al mondiale che non ha neppure partecipato. Quali colpe si possono addossare al ct australiano per questo?
E comunque, Ganna è un fenomeno vero: in un solo anno è stato strepitoso al Giro vinto da Bernal, ha vinto l’oro olimpico nell’inseguimento e il campionato mondiale a cronometro. Patrimonio da salvaguardare, da far evolvere, ma da non snaturare.