Tra pochi giorni inizierà il Tour de France e i due grandi favoriti saranno gli sloveni Pogačar e Roglič, primo e secondo lo scorso anno, con i tre capitani della corazzata Ineos Thomas, Carapaz e Porte a cercare di rimescolare le carte.
Roglič, nell’edizione 2020, aveva i favori dei pronostici e tutta la conseguente pressione addosso. Fece una grande corsa, salvo perdere la maglia l’ultimo giorno, quando Pogačar lo sopravanzò grazie a una cronoscalata assolutamente mostruosa. Primoz arrivò quinto, ma non bastò a difendere il primo posto nella generale. Le cronache di quel giorno si dividevano equamente tra coloro che celebravano la grande impresa di Pogačar e quelli che sottolineavano la ‘grande sconfitta’ di Primoz.
Primoz è un grande atleta, anzi un atleta straordinario: per chi non lo sapesse era un campione di salto con gli sci e si avvicinò al ciclismo a 22 anni solo in seguito a un terribile incidente durante un salto riuscito molto male. Il ciclismo gli servì come riabilitazione e si appassionò subito. Fu notato durante una gran fondo alla quale partecipò (così narra la leggenda) con le scarpe da tennis e una bicicletta della Decathlon con i puntapiedi.
Capì presto che sarebbe stato più forte in bicicletta di quanto non lo fosse sul trampolino e in poco tempo divenne professionista, subito competitivo: perfetto per le corse a tappe di una settimana, forte a crono, resistente in salita e con un ottimo spunto veloce, ha però presto svelato al grande pubblico anche il suo tallone d’Achille: l’ultima settimana dei grandi giri, alla quale arrivava sempre con il serbatoio vuoto.
Non che non abbia vinto nulla! Oltre a una serie impressionante di corse di una settimana, ha ottenuto podi al Giro d’Italia e al Tour de France con annesse vittorie di tappa, ha vinto due volte la Vuelta España e ha trionfato, pur in modo rocambolesco, alla Liegi Bastogne Liegi del 2020, quando sopravanzò Alaphilippe (che poi fu anche declassato) proprio sul traguardo, mentre il francese aveva già le braccia alzate.
Preparatori e direttori sportivi gli riconoscono inoltre una capacità superiore ai suoi colleghi di mantenere la condizione durante la stagione. È difficile se non impossibile vederlo a una corsa per prepararne un’altra. Ma quei problemi nell’ultima settimana, accidenti, gli hanno appiccicato addosso (sarà la storia a dire se giustamente o meno), un’etichetta piena zeppa di ‘ma’. “Sì, è forte, MA non è un fuoriclasse.” – “È bravo, MA poi crolla di testa”, e così via dicendo.
Quest’anno lo sloveno, a sorpresa, ha cambiato il suo approccio al Tour de France. Non corre praticamente da due mesi, saltando tutte le corse utilizzate solitamente come preparazione al Tour, come il Delfinato o il Giro di Svizzera. Il Delfinato lo ha vinto Richie Porte, il Giro di Svizzera Carapaz, mentre Pogačar ha preferito rifinire la sua preparazione dominando in lungo e in largo il Giro di Slovenia davanti alla sua gente. Nello stesso periodo, in un clamoroso spezzatino figlio del nuovo mercato ciclistico internazionale, si son corsi anche il Giro del Belgio, vinto da Evenepoel, e il giro di Occitania vinto da Pedrero.
E Roglič? Si allena in altura postando sui social fotografie insieme alla sua famiglia e rilasciando dichiarazioni in cui dice di essere in forma ma di non considerarsi un favorito per il Tour de France. Ho letto a più riprese accuse rivoltegli dai giornalisti di voler fuggire al confronto con Pogačar. Ho letto anche un articolo in cui l’autore sosteneva che ormai lo sloveno pensa più alla famiglia che al professionismo. A tal proposito mi viene in mente la storia di Miguel Indurain: i suoi compagni di squadra della Banesto ricordano con precisione che il momento in cui il Navarro smise di essere imbattibile coincise con quello in cui in gruppo cessò di parlare dei suoi metodi di allenamento e iniziò a parlare di suo figlio.
Io, che sono un tifoso di Primoz, mi chiedo a questo punto: sarà pronto per il Tour?
La mia impressione, scevra dalle dietrologie, è che abbia semplicemente cambiato preparazione per cercare di essere più competitivo la terza settimana. Come diceva il buon Einstein, follia è fare sempre le stesse cose aspettandosi risultati diversi. Quindi, quelli che prima lo criticavano perché non teneva la terza settimana, sono probabilmente gli stessi che ora lo accusano di non correre perché teme il confronto con il suo più giovane connazionale. Ma forse è solo il pensiero di un ingenuo tifoso.
Forza Primone, ti aspetto!