16a TAPPA GIRO D’ITALIA: CHE BELLO VEDERE QUELLI FORTI DAVANTI, LA EF FA DA CORTIGIANA ALLA INEOS E LANCIA BERNAL VERSO LA VITTORIA, CROLLA YATES, CARUSO ORA È SECONDO

Premetto che ho sospeso il giudizio sulle polemiche roventi sulla tappa di oggi, che è stata ridotta di molti chilometri con l’esclusione del Fedaia e del Pordoi. Pur provando grossa empatia con i tifosi che già da ieri erano sui passi sperando di vedere la corsa, credo che la situazione sia molto più complessa di quanto sembri e meriti approfondimenti piuttosto che prese di posizione radicali. [FINE COMUNICATO]

La tappa è più breve, ma piove, fa freddo e il percorso non è banale. Nel ‘Giro delle fughe’, è fuga anche oggi, andata via di forza dopo una partenza al fulmicotone in leggera salita. Tutto come i giorni scorsi? Più o meno, perché stavolta gli uomini in fuga si chiamano anche Vincenzo Nibali, Daniel Martin, Joao Almeida, Gorka Izaguirre e Davide Formolo. Daniel Martin conferma però di non essere al top e quando i più forti si avvantaggiano scivola nel secondo gruppo all’inseguimento.

Mancano ancora 80km, ma quei 5 minuti e mezzo di vantaggio sul gruppo potrebbero far rientrare in classifica Joao Almeida, oggi ufficialmente lasciato libero da Deceuninck ed Evenepoel, e il nostro Davide Formolo. Dietro tira la Ineos, ma sono uomini e non sono un esercito, quindi si prospetta un bel testa a testa con questi qui davanti, che sono forti e molto motivati. In ammiraglia la Ineos deve prendere una decisione: da una parte sprecare energie per chiudere rischierebbe di lasciare Bernal da solo nel finale; dall’altra non si può lasciare troppo spazio a un corridore come Almeida, che ha dimostrato di stare bene e altro tempo potrebbe recuperare nell’ultima cronometro.

Notizie dal Giau, che si riscopre improvvisamente Cima Coppi del Giro, narrano di 1 grado sopra lo zero e pioggia mista neve. Con il freddo alcuni corridori si trovano bene, altri faticano di più. La discesa, in compenso, sarà più difficile e pericolosa per tutti e potrebbe creare più selezione della salita. Con queste condizioni il corpo non trasmette al cervello il segnale della sete, ma bisogna continuare a bere e anche a mangiare, nonostante sia più complesso recuperare panini e barrette nelle tasche posteriori, soprattutto con i guanti bagnati e le mani fredde. Ulteriori complicazioni.

AI -60 la situazione non è cambiata, nonostante in testa al gruppo ci sia da un po’ uno stantuffone come Pippo Ganna. Mi soffermo a guardare Nibali pedalare in fuga, sotto l’acqua, a 36 anni. Ma quanto è bello? Ricordo una volta, durante una tappa del Tour de France, che un suo compagno di squadra gli appoggiò una borraccia sulla schiena mentre pedalava in pianura a 50km/h. E la borraccia stava lì, ferma. Che fortuna che abbiamo ad avere Vincenzo, un corridore straordinario in grado di emozionare, sempre. E se qualcuno osa obiettare che è vecchio e non vince più, pensi a tutti quelli che non vincono pur essendo giovani oppure a quelli che non hanno mai vinto. Vincenzo non si tocca.

Ai -45 qualcosa cambia. La EF inizia ad aiutare la Ineos per difendere la quarta posizione in classifica di Carthy. Queste sono dinamiche che mi hanno sempre infastidito, soprattutto al Tour de France, dove anche l’ottava posizione porta soldi e corazzate come il Team Sky hanno sempre trovato collaborazione, il che le rendeva ancora più inattaccabili. Caro Hugh, potrò perdonarti solo se oggi attacchi da lontano.

Sotto l’impulso della EF, all’inizio del Colle Santa Lucia, antipasto del Giau, il distacco tra i primi e la maglia rosa è ridotto a circa 4 minuti. Bettiol spinge fortissimo e ancora una volta Evenepoel va in difficoltà. È il primo a staccarsi dei big e tutto lascia presagire che domani non ripartirà. I battistrada perdono in pochi chilometri addirittura due minuti.  

Nel breve tratto di discesa prima della salita finale, brivido per Izaguirre che quasi si schianta contro un’auto parcheggiata. Un assaggio di quello che potrebbe succedere sull’ultima discesa. Inizia il vero Giau, 10km di salita molto impegnativa, poi 20km di insidiosissima discesa bagnata fino a Cortina d’Ampezzo. Il gruppo ha ormai messo nel mirino i primi, che hanno in saccoccia la miseria di un minuto e mezzo di vantaggio.

Davanti restano Antonio Pedrero della Movistar, con Formolo e Nibali. Non tiene il ritmo, un po’ a sorpresa, Almeida. Formolo addirittura col 53 in un tratto al 10% stacca gli altri due e resta solo. Poco dopo Nibali perde le ruote di Pedrero. Il gruppo maglia rosa non guadagna più, ma il ritmo è alto e Yates, che è secondo in classifica, fa l’elastico in ultima posizione: sta soffrendo. A Vlasov si è impigliata la mantellina nella ruota e ha dovuto cambiare bicicletta, ma sta facendo lo slalom tra le ammiraglie per rientrare.

Forse Formolo ha esagerato col rapportone, infatti Pedrero torna sotto e lo salta via, ma ormai sembra chiaro che la loro avventura sta per finire. Mancano 20km al traguardo e non si è ancora visto un capitano in testa al gruppo. La EF ha ancora Carr che sta pilotando molto bene Carthy, che però non ha attaccato e quindi non lo perdonerò.

E poi, attacca Bernal, senza neppure scomodarsi di alzarsi in piedi, e ancora una volta fa il vuoto. In poche pedalate stacca tutti e salta via i fuggitivi, senza nemmeno dare l’impressione di far fatica. Deve solo portare la pellaccia giù dalla discesa, nella quale non deve prendere rischi, e arrivare a Cortina tutto intero con le mani alzate. Le immagini sono sparite, ma ‘narrano’ di un Caruso secondo all’inseguimento con Bardet terzo. Un gruppetto ‘rete da pesca’ con Vlasov dovrebbe essere circa a un minuto dalla maglia rosa. Yates è naufragato a 2.40.

Mancano 10km e mi rassegno a vedere di nuovo i corridori solo grazie alle telecamere fisse poste all’arrivo. Non c’è modo di capire cosa stia succedendo e mi sembra di essere tornato a guardare una corsa dal vivo negli anni 90’, senza tecnologie. Chi apparirà primo sul traguardo? Bernal avrà tirato i remi in barca in discesa? Riuscirò a recuperare un cappellino a scrocco?

Dopo la macchina di ‘inizio gara ciclistica’ Appare un epico Bernal, che ha anche il tempo di togliersi la mantellina per mostrare a tutti la maglia rosa. Secondo a 21 secondi Bardet e terzo uno splendido Caruso che sale al secondo posto della classifica generale. Seguono, a 1.17, Ciccone con Carthy e Almeida che si è ben gestito nella seconda parte della corsa. Vlasov prende 2.10, Yates 2.36.

Pubblicato da papà Gianni

Cantastorie

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